La Rivoluzione della Visione -
GAM, Galleria d'Arte Moderna, via Francesco Crispi 24 - Roma
Mostra
in corso dal 28 novembre 2019 al 15 marzo 2020
La GAM di Roma propone una mostra dedicata all'arte di László Moholy-Nagy, artista d'origine ungherese e figura chiave del movimento Bauhaus nel mo
(Foto: Moholy-Nagy László, Ackerfelder Tilled Fields, cc. 1920, gouache su carta applicato su cartone, 310×412 mm; Debrecen, Collezione Antal – Lusztig)
Comunicato Stampa della Mostra La Rivoluzione della Visione
La mostra La rivoluzione della visione. Verso il Bauhaus. Moholy-Nagy e
i suoi contemporanei ungheresi č dedicata all'arte e alla memoria di László Moholy-Nagy, artista
d'origine ungherese e figura chiave del movimento Bauhaus nel mondo, in occasione delle
celebrazioni per i 125 anni dalla sua nascita e in contemporanea con le grandi manifestazioni
internazionali per i cento anni dello stesso Bauhaus, nato a Weimar nel 1919.
Ospitata alla Galleria d’Arte Moderna di Roma dal 28 novembre 2019 al 15 marzo 2020,
l’esposizione, a cura di Katalin Nagy T., č promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita
culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, l’Accademia d’Ungheria in Roma e realizzata
in collaborazione con il Museo Déri di Debrecen, il Museo della Fotografia Ungherese di Kecskemét
e l’Istituto Luce-Cinecittŕ.
In mostra, in esclusiva per l’Italia, una selezione di dipinti, fotografie e grafiche originali a cui si
aggiungono tre film dell'artista, opere che attraversano la produzione di Moholy-Nagy nell’arco di
tempo che va dagli anni Dieci agli anni Quaranta del Novecento, fra Espressionismo e Bauhaus, e
raccontano i molteplici aspetti del suo lavoro e delle sue teorie costruttive cosě da offrire un
panorama vasto ed esauriente del suo laboratorio creativo. Un percorso fra l’Ungheria e la
Germania dove, nel 1923, incontra Walter Gropius il quale, profondamente colpito dalle sue opere,
lo invita a collaborare al Bauhaus di Weimar. Sarŕ, questo, il periodo piů significativo della sua
attivitŕ e l’inizio di quel personale “segno grafico”, svolto in pittura cosě come nella fotografia e nel
video, che sarŕ anche l’origine della sua fama come rappresentante per eccellenza della fotografia
del Bauhaus europeo, a cui contribuě certamente anche la pubblicazione di Pittura Fotografia Film
(1925), ottavo volume dei Libri del Bauhaus e primo testo fondamentale della tecnica fotografica
contemporanea d’avanguardia.
L’esposizione č arricchita da un’importante sezione di dipinti e fotografie di artisti dell'Avanguardia
ungherese, sempre fra Espressionismo e Bauhaus, per la maggior parte mai presentati prima in
Italia e provenienti dal Museo Déri di Debrecen (collezione Antal-Lusztig) e dal Museo della
Fotografia Ungherese di Kecskemét. Presenti opere di Róbert Berény, Ede Bohacsek, Sándor
Bortnyik, Lajos Kassák, Ödön Márffy, János Mattis Teutsch, József Nemes Lampérth, Lajos Tihanyi,
Béla Uitz. Tutti artisti che, fra l’Ungheria e la Germania, hanno definito la cultura visiva dell’Europa
centrale fra anni Venti e Quaranta.
La sezione della mostra Budapest a Roma. Artisti ungheresi nella Capitale fra le due guerre, a cura
di Arianna Angelelli e Claudio Crescentini, allestita con opere della collezione della Galleria d’Arte
Moderna, č dedicata agli artisti magiari attivi nella Capitale fra gli anni Dieci e l’inizio dei Quaranta
del Novecento. Questa parte dell’esposizione racconta in modo approfondito il particolare rapporto
di collaborazione creativa e interscambio artistico fra l’Italia e l’Ungheria nel momento di piů alta
espressione dell’Avanguardia europea del Novecento. Fra gli artisti esposti, Istvan Csók, Ferenc
Sidló, Béla Iványi Grünwald, Aba Novák, Paolo Molnár, István Réti, insieme a video (biennio 1932-
33) provenienti dall’archivio dell’Istituto Luce-Cinecittŕ e girati durante le mostre degli artisti
ungheresi a Roma. A rafforzare l’identificazione di una forte presenza ungherese in Italia fra le due
guerre e i continui rapporti fra gli artisti dei due paesi, con particolare riferimento all’ “ondata”
Bauhaus europea, contribuiranno anche alcuni rarissimi documenti provenienti dal Fondo
Prampolini del CRDAV, il Centro Ricerche Documentazione Arti Visive della Sovrintendenza
Capitolina. Tra questi, due lettere autografe inviate da Gropius, in quel periodo presente a Weimar,
a Prampolini nel 1922 e 1923 e una lettera autografa inviata dallo stesso Moholy-Nagy all’artista
futurista, sempre da Weimar, nel 1924.
In contemporanea, nel chiostro/giardino della Galleria d’Arte Moderna, sarŕ realizzata una
mostra/installazione dell’artista Sándor Vály (Budapest 1968), dal titolo “Ologrammi gotici”. Vály,
artista figurativo e visivo ungherese che vive in Finlandia, pratica un’arte caratterizzata da una
dimensione concettuale e filosofica che non si limita solo alla pittura, ma si estende anche alla
scultura, alla musica, al cinema e alla letteratura, portando alla creazione di opere d'arte basate su
un pensiero globale.
L’installazione riflette sulla prospettiva della rappresentazione gotica nello spazio tramite il sistema
relazionale di spazio e tempo delle luci. La prospettiva gotica ha portato una novitŕ riguardo ai
concetti tradizionali del tempo e dello spazio: gli eventi che si verificano in diversi piani temporali qui
vengono rappresentati in una sequenza spaziale parallela all’interno di una singola immagine. Dopo
l'atemporalitŕ bidimensionale dell'arte bizantina, il gotico infatti, pur raffigurando storie nella loro
sequenza spaziale, presenta al contempo un piano temporale lineare. L'eternitŕ cede il posto alla
narrazione, alla sequenza spazio-temporale degli eventi. Le relazioni spaziali dell'installazione,
nonostante la loro simultaneitŕ spaziale, rappresentano la struttura temporale della memoria. I
frammenti spaziali (statue), racchiusi in contenitori polverosi o vetrine, nonostante sembrino
contemporanei, grazie alla particolare illuminazione rivelano forme a volte disegnate con maggior
cura, altre volte sfumate, dando vita a immagini che evocano corpi antropomorfi non meglio definiti.
“L’ologramma gotico”, dunque, altro non č che la trasformazione della percezione visiva di un
oggetto determinata da diverse illuminazioni. Nel caso dell’installazione, tuttavia, la luce č piů di una
semplice visione. Si stabilisce un continuo cambiamento di aspetto tra spazio e tempo: il primo č un
contenitore che, una volta rimosso, crea una sorta di spazio interno e forma un'unitŕ con le opere
d'arte. L'aspetto del tempo č invece duplice: da una parte i contenitori polverosi rimandano al
passato, dall’altra il tempo della natura che appare nelle installazioni video č il contrappunto del
tempo circoscritto dell'uomo.
SÁNDOR VÁLY studia arte in Ungheria dal 1982 al 1988 e dal ‘90 vive in Finlandia, dove č membro
dell’Unione Finlandese dei Pittori nonché dell’Accademia di Tarihstan ed č considerato una figura
rilevante della scena internazionale dell’arte intermediale. Espone sin dal 1985 (mostre personali e
collettive) in Austria, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Inghilterra, Russia, Svezia, Turchia,
Ungheria. Tra i suoi premi si ricordano: Il Premio della Critica Finlandese 2000, il Premio
Fondazione E.K. Ponkala - Associazione dei critici finlandesi 2015. Le sue opere attualmente sono
conservate presso le collezioni pubbliche di HAM Helsinki Art Museum, Kemi Art Museum (Kemi,
Finland), Pori Art Museum (Pori, Finland), Lönnström Art Museum (Rauma, Finland), RikArt
(Helsinki, Finland), Lars Swanljung collection, Helsingin Kaupunginkirjasto. Vály č anche autore di
numerose pubblicazioni (libri, studi, cataloghi).
Orari: da martedì a domenica
dalle 10.00 alle 18.30. 24 e 31 dicembre dalle 10.00 alle 14.00 (la biglietteria
chiude un'ora prima). Chiuso il Lunedì, 25 dicembre, 1° gennaio,
1° maggio.
Biglietti: intero € 7,50, ridotto
€ 6,50.
Informazioni e prenotazioni: 060608 (tutti i giorni
dalle 9.00 alle 21.00).
E-mail: info@galleriaartemodernaroma.it
Sito web: GAM |