
Walls. Le mura di Roma
Fotografie di Andrea Jemolo - Ara Pacis, Lungotevere in Augusta (angolo
via Tomacelli) - Roma
Mostra in corso dal 20 giugno al 7 ottobre 2018
Una mostra all'Ara Pacis tenta di svelare l'importanza di un monumento che a Roma spesso passa inosservato: le Mura Aureliane. Con una selezione di 77 fotografie a colori in grande formato, realizzate dal fotografo romano Andrea Jemolo, è stata realizzata la prima campagna fotografica integrale sull’intero percorso delle mura, anche nei punti non accessibili al pubblico.
Comunicato stampa
Tra settembre e dicembre del 2017, il fotografo romano Andrea Jemolo, maestro noto e
apprezzato per la sua esperienza trentennale nel campo della fotografia di arte e di
architettura, ha documentato la cinta muraria scegliendo di scattare con una macchina
Sinar a lastre 10x12 cm. Grazie alla possibilità di decentramento, in grado di correggere le
linee prospettiche che si restringono verso l'alto, e grazie a lunghi tempi di posa, Jemolo
ha ottenuto immagini ad altissima definizione che raccontano e documentano le Mura
Aureliane e il loro palinsesto di storie e di trasformazioni.
Partendo da Porta del Popolo, passando per Villa Dominici e dalle porte Metronia, Latina,
San Sebastiano, il percorso per immagini arriva fino all’ultimo tratto visibile dal Ponte
dell’Industria. In ogni foto Jemolo racconta l’unicità di un pezzo di storia e di vita
quotidiana. Alcuni tratti di mura si stagliano ancora solenni e solitari, altri sono stati
inglobati dalla vita cittadina fatta di palazzi, cimiteri, cantieri, officine e grandi direttrici
viarie, di altri tratti tenta continuamente di reimpossessarsi la natura, con arbusti, piante e
rampicanti. In alcune foto, scattate all’esterno dei bastioni, si colgono le diverse tecniche
utilizzate nel corso dei secoli: dai mattoni in laterizio, al tufo, ai materiali di reimpiego in
marmo, mentre altre raccontano il “dentro” le mura, con scorci di camminamenti, porte,
torri. In una delle torri, la numero XXXIX in via Campania, è ancora possibile ammirare lo
Studio Randone, uno dei tanti luoghi di lavoro e incontro di artisti ospitato all’interno delle
mura tra fine ‘800 e inizi ‘900.
Volevo che le mura, nella loro dimensione, articolazioni e materia, si imponessero con la
loro propria forza. Perché ciò potesse avvenire – spiega Andrea Jemolo - avevo però
bisogno di un contesto cromaticamente neutro, di qui la scelta di fotografare nelle giornate
nuvolose. Raccontare un monumento lungo 13 chilometri è stato un processo arduo
giocato sul controllo assoluto del rapporto tra manufatto e luce.
In un ideale confronto con le immagini realizzate da Jemolo, in mostra si possono
ammirare anche circa 50 fotografie storiche selezionate dal fondo Parker, custodito
presso il Museo di Roma, e 17 fotografie storiche anch’esse provenienti dall’Archivio
Fotografico del Museo di Roma. Le prime sono stampe all’albumina realizzate da Carlo
Baldassarre Simelli (1811 - post 1877), uno degli abili fotografi selezionati dall'archeologo
inglese John Henry Parker per realizzare la sua raccolta di immagini sulla città. Durante i
suoi soggiorni a Roma, tra il 1864 e il 1877, Parker arrivò a raccogliere un preziosissimo
patrimonio di oltre 3.300 immagini, di cui gran parte dei negativi sono andati distrutti in un
incendio, tranne alcuni oggi conservati presso l'Accademia Americana e il Gabinetto
Fotografico Nazionale-ICCD. I positivi originali, invece, si conservano, oltre che
nell’Archivio Fotografico del Museo di Roma, alla Scuola Britannica di Roma e all'Istituto
Archeologico Germanico. Gli scatti raffigurano importanti costruzioni del mondo romano: si
passa dalla Porta Ostiense all’Arco di Dolabella, da Porta Metronia alle Mura del Castro
Pretorio, da Porta Maggiore alla Porta Asinara, dall’Anfiteatro Castrense all’acquedotto
Claudio.
La realizzazione di strutture difensive in antico aveva un ruolo identitario importante: le
comunità si riconoscevano e si sentivano strettamente legate alla porzione di territorio
cinto dalle mura; così, dal solco tracciato da Romolo alle Mura Serviane, fu certamente
anche per Roma, che in più di una circostanza sentì il bisogno di dotarsi di un perimetro di
cinta. Le Mura Aureliane rappresentano l’ultimo di questi progetti, che, proprio in quanto
più recente, conserva la sua originale imponenza. A progettarle ed avviarne il cantiere fu
l’imperatore Aureliano nel III secolo d.C., per rispondere all’esigenza di difendere Roma
dagli attacchi dei barbari. Coprivano un tracciato di circa 19 km, raggiungevano un'altezza
di circa 6,50 metri e uno spessore di 3,50 e ogni 30 metri massicce torri quadrate
scandivano il tracciato. La tecnica edilizia utilizzata fu l’opera laterizia con materiali
recuperati e tegole spezzate così come furono riutilizzati alcuni edifici presenti lungo il
percorso, ad esempio i Castra Praetoria e le arcate dell'Acquedotto Claudio.
Da allora le Mura Aureliane sono state trasformate continuamente: nel V secolo con
l’imperatore Onorio, che rinforzò e innalzò l’intera struttura; nel VI secolo per la guerra
greco gotica e nel corso dei secoli successivi a opera di diversi papi con interventi di
restauro testimoniati dai numerosi stemmi apposti lungo la cinta muraria, finché, nel 1847,
papa Pio IX decise di consegnarle all’amministrazione capitolina. Le mura continuarono a
funzionare come cinta daziaria fino agli inizi del XX secolo e subirono ulteriori
trasformazioni dovute al riassetto urbano e alla costruzione di nuove strade. Pur
trasformandosi continuamente, hanno mantenuto un loro ruolo all’interno della vita della
città, ospitando, ad esempio, studi d’artista e giardini, ma la loro funzione si è andata via
via perdendo nel corso degli ultimi 50 anni.
E oggi, come ha scritto Marco Lodoli nel suo testo per il catalogo della mostra: le mura
stanno ancora lì, meravigliose, sconfitte, poetiche nella loro possente resa, e il romano
quasi non ci fa più caso, come se quel serpentone fosse parte di un paesaggio eterno e
indifferente, una ruga del tempo, una malinconia abituale (…). Poche opere al mondo
sono altrettanto grandiose e malinconiche, altrettanto tragiche e belle, capaci di insegnare
tante cose o forse una cosa sola, ma decisiva: che dalla vita non ci si difende
Orari: dalle 9.30
alle 19.30 (la biglietteria chiude un’ora prima).
Biglietti:
intero € 13, ridotto € 11. Gratuito fino a 6 anni.
Informazioni:
+39.06.39967500
Sito web: Ara
Pacis
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