Frammenti. Fotografie di Stefano Cigada - Museo di Roma in Trastevere, Piazza Sant'Egidio, 1/b - Roma
(Foto: Afrodite accovacciata, Stefano Cigada, Museo Nazionale Romano, Roma,
9.3.2019; 11.07
480x330 mm stampa fine art su carta d’archivio
©Stefano Cigada)
Mostra in corso dal 22 gennaio al 15 marzo 2020
Una mostra al Museo di Roma in Trastevere espone le fotografie di Stefano Cigada, fotoreporter marino per molti anni che ora dedica i suoi scatti all'archeologia; esposte 21 stampe che dichiarano l'ossessione di Cigada per il momento giusto in cui scattare la foto alla statua, il momento in cui la statua prende vita.
Comunicato stampa della Mostra Frammenti. Fotografie di Stefano Cigada
“Frammenti. Fotografie di Stefano Cigada” è la prima mostra
in Italia di STEFANO CIGADA, fotografo che, dopo anni passati all’estero come
fotoreporter in ambito marino, cambia rotta, rallenta, rientra nel suo paese d’origine e inizia
a cercare un’altra forma per esprimersi, sempre con la macchina fotografica, ritrovando
una vecchia passione per l’archeologia.
I suoi lavori, 21 preziose stampe, saranno ospitati dal 22 gennaio al 15 marzo 2020 al
Museo di Roma in Trastevere.
L’esposizione è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale –
Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, ed è curata da Jill Silverman van
Coenegrachts. Servizi museali Zètema Progetto Cultura.
L’ingresso è gratuito per i possessori della MIC Card.
Le opere di Cigada accompagnano lo spettatore in un viaggio nel tempo e nello spazio
insieme al senso preciso di quella frazione di secondo, quando il pezzo di pietra sembra
girare, ruotare, sollevare peso, respirare, piegarsi o sospirare.
La ricerca dell’artista diventa un’ossessione: quella di far “palpitare” le statue antiche,
arrivate a noi quasi mai integre, come dichiara egli stesso: “Cercando quello che manca,
quello che non si vede, cercando l’infinito nel frammento”.
Viaggia in tutta Europa, visita i musei per scovare le statue di cui coglie non l’interezza ma
la fragilità, mettendo a fuoco la rottura, la faglia, nell’attimo in cui quel particolare “è
toccato dalla luce naturale”.
Le immortala quando vengono colpite da un raggio di sole attraverso una finestra o una
porta, le va a trovare in diverse ore del giorno, mese dopo mese, stagione dopo stagione.
L’immobilità diviene movimento, la materia fredda del marmo rivive con l’inganno
dell’effetto mimetico.
E come Cigada stesso racconta: “Conosco statue ed orari in cui sono colpite dalla luce,
con che incidenza arriva la luce secondo il calendario. Ad esempio alla Centrale
Montemartini il 27 di settembre una delle mie statue preferite – il guerriero morente del
tempio di Apollo Sosiano – è accarezzata per dieci minuti da un raggio di sole. Una
settimana prima e una settimana dopo il sole passa oltre, e la fotografia è inutile. Solo
durante quei 10 minuti succede qualcosa di magico. E quelli sono i miei dieci minuti, quelli
che voglio acciuffare”.
Cigada dialoga con le statue, divinità, animali, guerrieri, atleti, ninfe, senza preferenze,
scegliendo quelle che gli “parlano” e che lo illuminano. Le fotografa senza cavalletto,
senza luce artificiale, con lenti luminose, apertura massima di diaframma e poca
profondità di campo. Mette a fuoco il punto il punto di rottura, elevando quel frammento a
protagonista mentre tutto il resto sfuma. Cigada consegna questo frammento allo
spettatore per riempirlo con un’immagine, percependo molto di più di quel che realmente
vede.
La magia di questi Frammenti risiede nello strato subatomico della materia: il marmo è
vivo, allo stesso modo di piante e animali. Il livello molecolare della pietra, infatti, si muove,
magari in modo differente dalle altre specie animate, ma si muove. La luce del giorno, che
cambia nel giro di un istante, fornisce una prova del dato scientifico, quasi come una
performance. Cigada va alla ricerca di quell’esatto momento, che carpisce dopo
innumerevoli prove ed errori: la sua ossessione permette allo spettatore di assaporare la
fugace ma palpabile evidenza di una materia viva, che respira.
Stefano Cigada è definito dalla curatrice Jill Silverman van Coenegrachts un amateur.
Come il British Conceptual artists ART & LANGUAGE ha scritto in diverse occasioni
“vogliamo essere dilettanti, perché la qualità che rende interessante un amateur è la sua
vulnerabilità, l’apertura di pensiero verso l’argomento in questione. L’amateur affronta il
lavoro senza pregiudizi, con occhi spalancati e mente priva di preconcetti. Partendo da
questo, con un po’ di fortuna, realizza qualcosa di completamente nuovo”.
Orari: da martedì a domenica
dalle 10 alle 20 (la biglietteria chiude un'ora prima). 24 e 31 dicembre dalle 10.00 alle 14.00. Chiuso lunedì,
1° gennaio, 1° maggio e 25 dicembre. Gratuito per i residenti di Roma e della Città Metropolitana la prima domenica di ogni mese.
Biglietti:
intero € 6, ridotto € 5.
Telefono: 060608
(tutti i giorni dalle 9.00 alle 21.00).
E-mail: museodiroma.trastevere@comune.roma.it
Sito web: Museo
di Roma in Trastevere |